Controllo, discontrollo e significato simbolico

La categoria dei disturbi alimentari comprende una serie di disordini differenti legati al rapporto con il cibo. E’ possibile collocare tali disturbi su un ideale continuum, alle cui estremità si pone da un lato il bisogno di operare un controllo sull’assunzione degli alimenti, all’altra la perdita del controllo dei propri impulsi.

In una descrizione schematica si potrebbe dire che appartengono al primo versante disturbi quali anoressia, ortoressia (bisogno estremo di mangiare “sano”), vigoressia (ossessione per il fisico atletico e muscoloso), all’altro versante bulimia o il disturbo da alimentazione incontrollata. In realtà spesso i disturbi alimentari si caratterizzano per un “palleggiarsi” tra i due estremi, in un continuo alternarsi tra il perdere il controllo ed il recuperare una rigida restrizione; questo è il caso ad esempio di molte forme di bulimia.

Il rapporto con il cibo in queste patologie ha una forte valenza simbolica, rimanda alla relazione con il mondo esterno in quanto portatore di “nutrimento” a più livelli, e quindi all’autonomia e nello stesso tempo alla dipendenza da esso.

Nei disturbi alimentari è peraltro fortemente implicato il tema dell’immagine corporea, dunque il bisogno di essere apprezzati per un fisico magro o atletico, ma anche il significato simbolico dell’essere più o meno piccoli, più o meno ingombranti nonché, nelle donne, il rapporto con la “femminilità” veicolata dall’aspetto.

In psicoterapia, è fondamentale poter ricondurre il rapporto con un’esperienza profondamente fisica come l’alimentazione a ciò che “metaforicamente” essa rappresenta per il soggetto.

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